edizione 2023

L’edizione 2023 è stata realizzata dal gruppo di lavoro composto da docenti di economia politica (Manuela Biondi, Pietro Nosetti e Giorgio Sailer) e di economia aziendale (Stefania Buletti, Matija Gervasoni, Francesco Pervangher e Paolo Sergi).

Conferenze pubbliche

Serata pubblica presso la Biblioteca cantonale

  • Data: 30 marzo 2023
  • Orario: 18:30
  • Luogo: Biblioteca cantonale Bellinzona

Attività per i docenti

Dal bilancio sociale alla contabilità socio-ambientale

  • Data: 23 marzo 2023
  • Orario: 13:00
  • Luogo: Auditorium Bellinzona

Attività per gli studenti

Perché le aziende dovrebbero puntare sulla sostenibilità?

  • Data: 23 marzo 2023
  • Orario: 08:00
  • Luogo: Auditorium Bellinzona

Attività per gli studenti del terzo anno

  • Data: 24 marzo 2023
  • Orario: 08:00
  • Luogo: Auditorium Bellinzona

Chiusura edizione 2023 – con Castelllinaria

L’edizione 2023 si è chiusa il 22 novembre con la proiezione del film “Bigger Than Us. Un mondo insieme” realizzata con Castellinaria, il Festival del cinema giovane. Il film della scrittrice e regista francese Flore Vasseur (Francia, 2021, 95’) racconta di giovani attiviste e attivisti che, in contesti caratterizzati da problemi diversi, ma frutto delle stesse cause, lottano per una società più responsabile. Queste testimonianze ci ricordano che è possibile cambiare qualcosa di più grande di noi, “bigger”, appunto, con azioni concrete nelle nostre, seppur piccole, realtà. Ispirati allora da questo messaggio, le studentesse e gli studenti della SCC, affiancati da alcuni accompagnatori, hanno riflettuto sulle azioni concrete, a favore della sostenibilità, da portare avanti nel contesto scolastico.

Blog degli studenti

Il nuovo sistema delle “batterie” ha ridotto gli sprechi aumentando il guadagno

  • Autori: Vanessa, Alessia, Liyana e Luca
  • Classe: 3J
  • Data: 28 marzo 2023

In Svizzera si è creato un nuovo modello per intrappolare l’energia in eccesso all’interno di bacini artificiali, come delle enormi batterie in grado di produrre in modo costante. Si tratta di una centrale idroelettrica ad accumulo e pompaggio, ed è in grado di produrre una quantità di elettricità equivalente alla produzione di una centrale nucleare o a carbone.

​Questo nuovo modello, chiamato centrale idroelettrica ad accumulo e pompaggio, si basa su un principio molto simile a quello antecedente dei mulini a vento. Alcuni elementi sono stati modificati per rispondere nel migliore dei modi alle necessità del consumatore: permette di stoccare l’energia prodotta in eccesso per rispondere in modo efficace e flessibile alla domanda. In Svizzera la più grande centrale idroelettrica si trova nel Canton Glarona, chiamata Linth-Limmern ed entrata in funzione tra il 2016 ed il 2017. Il bacino superiore è posizionato nel lago Muttsee, ad un’altitudine di 2500 m (lago artificiale più alto d’Europa), mentre il bacino inferiore si trova ad un’altezza di 1870 m nel lago Limmern. Il nuovo sistema è ispirato a un principio già utilizzato nel periodo preindustriale, in cui si sfruttava l’energia fornita da un mulino a vento, per pompare l’acqua corrente in un serbatoio posto ad una altitudine maggiore. Il problema di questo sistema consisteva nel fatto che i momenti di vento scarso non permettevano un funzionamento costante di questo meccanismo.

Il principio oggi è stato modernizzato e sfrutta il flusso d’acqua generato dalla differenza di altitudine dei due bacini che grazie al dislivello crea energia. Questo nuovo sistema funziona grazie alla presenza dei seguenti elementi: un bacino superiore, una centrale elettrica e un bacino inferiore. Nel bacino superiore e in quello inferiore viene accumulata l’acqua (in media con una capacità di produzione di 1000 MW). La centrale idroelettrica, posizionata tra i due bacini, gestisce il flusso di energia tramite delle turbine. Il sistema funziona come una gigantesca batteria: l’acqua del lago inferiore viene trasportata in quello superiore tramite l’ausilio di pompe, le quali vengono avviate ogni qual volta l’elettricità proveniente da fonti rinnovabili e variabili, come il vento e il sole, supera la domanda. In questo modo l’energia in eccesso non va persa, ma viene immagazzinata e può essere utilizzata sotto forma di acqua per attivare le turbine in caso di carenza di energia.

L’idea di creare questa centrale è nata prendendo esempio da una piccola isola delle Canarie. Infatti l’isola prima degli anni 2000 dipendeva fortemente da un’energia elettrica considerata una delle più inquinanti e dannose per l’ambiente, cioè generata da generatori a diesel. A seguito dell’integrazione nel 2000 nella “Riserva della biosfera” dell’UNESCO, l’isola si è trovata costretta a cercare una nuova fonte di energia che non inquini e non danneggi l’ambiente. Tale sostituzione si concentrava sullo sfruttamento del forte vento presente sull’isola con delle turbine eoliche. La modifica però non era sufficiente per rispondere alla domanda, perciò si è sviluppato un nuovo concetto: una centrale di pompaggio con i relativi bacini di stoccaggio. Le nuove misure hanno permesso di risolvere la problematica energetica utilizzando fonti naturali di energia.

Dal punto di vista economico le centrali idroelettriche ad accumulo e pompaggio sono state già in passato per le società elettriche un ottimo affare, soprattutto grazie al basso costo dell’elettricità notturna e all’aumento dei prezzi invece durante il giorno, nel corso del quale i consumi erano a loro volta nettamente superiori.

In conclusione possiamo dire che questo modello di produzione energetica ha avuto un riscontro molto positivo: ha dimostrato di essere in grado di diminuire gli sprechi e allo stesso tempo di aumentare produzione e guadagni grazie alla forte richiesta.

Fonti utilizzate e rimandi per approfondire:

La Grecia campione europeo del fotovoltaico

  • Autori: Ismaele, Laura, Zaira, Alex, Ambra
  • Classe: 3J
  • Data: 21 marzo 2023

Per anni, per coprire il suo fabbisogno di elettricità, la Grecia ha utilizzato una serie di fonti, come le centrali a gas, le centrali termiche alla lignite (uno dei combustibili fossili più inquinanti). Recentemente è però riuscita a coprire per 5 ore il suo intero fabbisogno energetico tramite fonti unicamente rinnovabili.

Venerdì 7 ottobre 2022 la Grecia ha coperto per 5 ore il suo intero fabbisogno energetico tramite fonti unicamente rinnovabili. Si tratta di un primato a livello europeo ed è la prima volta che nel paese il fabbisogno energetico è stato coperto al 100% da fonti di energia rinnovabile.

A questo successo ha contribuito anche il nuovo parco fotovoltaico da 204 megawatt, costruito dalla Hellenic Petroleum, nella cittadina di Kozani, nel nord della Grecia. Nei primi 8 mesi del 2022 le fonti rinnovabili hanno coperto il 46% del fabbisogno di elettricità dei greci, 4% in più rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente. Dunque il mercato fotovoltaico ha raggiunto l’Empireo e beneficia particolarmente di una crescente richiesta di energia rinnovabile da parte di aziende e privati e pure del sostegno dell’UE, che ha concesso alla Grecia 2,27 miliardi di euro per l’installazione di altri 4,2 GW di capacità rinnovabile.

Entro il 2030, La Grecia intende portare a 25 GW la potenza dei suoi impianti per la produzione di elettricità rinnovabile, ora infatti dispone di impianti per una potenza di circa 10 GW. Il parlamento greco ha anche approvato una nuova legge per facilitare la transizione energetica che semplifica e accelera il processo. Produrre più energia fotovoltaica però non basta, occorre anche poterla immagazzinare. Quindi servono anche tecnologie che permettono di stoccare l’energia e dunque la Grecia prevede di realizzare 3 GW di capacità di stoccaggio, il doppio rispetto alla capacità di stoccaggio attuale.

Solare ed eolico forniscono alla Grecia elettricità a basso costo. Il fotovoltaico è una delle elettricità più economiche, esso costa attualmente 4.8 centesimi di euro al chilowattora. Questo è più economico rispetto all’energia eolica che viene a costare 5.8 centesimi al chilowattora. L’energia solare è quella che in Europa va per la maggiore, così come nei paesi meno ricchi, questo perché è una delle energie più facili da produrre. Oltre a questo, i prezzi della produzione sono molto bassi e questa tipologia di energia è facile da implementare sia a livello prettamente locale che su scala nazionale. Il paese che ha prodotto elettricità con la quota più elevata di energia fotovoltaica nel 2021 è il Cile con un 18%, seguito da Honduras e Australia.

Economia circolare: soluzione o problema?

  • Autori: Gruppo classe
  • Classe: 3L
  • Data: 16 marzo 2023

L’economia circolare è modello economico di produzione e consumo che riutilizza gli scarti della produzione per ricavarne dell’altra produzione evitando di attingere a nuove risorse. Quali sono i suoi vantaggi e i suoi svantaggi?

Oggi ci confrontiamo con il modello di economia circolare, al fine di ridurre l’impatto sull’ambiente. Nonostante le buone intenzioni ecologiche esso è più efficace nella teoria quanto nella pratica. Oltre a vantaggi, presenta, infatti anche degli svantaggi.

  • Il primo vantaggio dell’economia circolare è quello di ridurre la pressione sull’ambiente, ovvero la riduzione delle emissioni di gas serra attraverso la riduzione di scarti. Un altro vantaggio risulta dall’utilizzo di materiali ecosostenibili e riutilizzabili per produrre. Dal punto di vista aziendale, le aziende sono stimolate ad investire e progettare tecnologie innovative che permettono l’incremento dell’occupazione. Infatti l’Europa ha come obiettivo il raggiungimento di 700’000 nuovi impieghi entro il 2030 grazie a questo principio.
  • Lo svantaggio principale dell’economia circolare è l’impossibilità di riciclare continuamente lo stesso prodotto, inoltre alcuni materiali non possono essere riciclati, come ad esempio l’amianto o il mercurio.
    Il riciclaggio è un processo molto lungo rispetto alla creazione di nuovi prodotti che partono dalla materia prima, inoltre necessita di risorse finanziarie per essere realizzato e la sua operatività ha comunque un impatto ambientale.

Considerando l’importo ingente di questi costi elevati, le aziende sono costrette ad alzare i prezzi e questo disincentiva l’acquisto del prodotto da parte del cliente.

Per concludere è difficile stabilire quale sia l’effettivo contributo complessivo dell’economia circolare per l’ambiente.

L’economia circolare in Svizzera

  • Autori: Gruppo classe
  • Classe: 3L
  • Data: 14 marzo 2023

La Svizzera cerca di proteggere l’ambiente adottando l’economia circolare, infatti possiede un buon metodo di riciclaggio nonostante la grande produzione di rifiuti. Ma a che punto si trova la Svizzera riguardo all’economia circolare?

L’economia circolare permette a chi ne usufruisce di ridurre il proprio inquinamento. La Svizzera ha un livello di riciclaggio molto elevato: nel 2016 ha riciclato dall’81% al 96% di PET, vetro, carta e cartone. Questo alto livello di riciclaggio è però bilanciato da un cospicuo consumo che produce molti rifiuti urbani (80-90 milioni di tonnellate): una parte di questi viene dal settore edile che presenta un livello di rifiuti urbani pro capite tra i più elevati in Europa. Una buona parte dell’inquinamento svizzero avviene tramite le importazioni che ne rappresentano il 75%. La Svizzera dispone di un sistema di gestione dei rifiuti ben funzionante, costituito da una fitta rete di punti di smaltimento.

Ma cosa sta facendo la Svizzera per favorire l’economia circolare?

Ci sono varie modalità per incentivare l’utilizzo dell’economia circolare: la Confederazione si impegna soprattutto nel campo dei rifiuti e nel campo della vendita di prodotti con un ciclo a lunga durata. Inoltre, promuove iniziative di privati. L’Ufficio Federale dell’Ambiente (UFAM) appoggia l’evoluzione dell’economia circolare tramite la promozione di tecnologie ambientali e collaborando con varie associazioni che supportano l’ambiente. La Svizzera è riuscita a far fortemente diminuire le emissioni di CO2 prodotte dalle ciminiere grazie anche all’utilizzo di combustibili alternativi. Inoltre, il continuo miglioramento dell’economia circolare ha permesso, nel 2018, di riciclare 12 milioni di tonnellate su un totale di 17,5 milioni di tonnellate.

Economie domestiche, aziende e Stato devono però agire.

Per fare ciò è consigliato alle prime di adottare uno stile di vita più sostenibile, diminuendo il consumo, acquistando meno beni (per agevolare la riparazione), riutilizzando e condividendo i prodotti. Le aziende invece si devono impegnare nel recuperare i materiali, utilizzare delle risorse ed energie rinnovabili, cercare di vendere e produrre prodotti sempre più ecosostenibili e riciclabili. Infine, il compito dello Stato, è quello di regolamentare le emissioni di CO2, ponendo dei limiti e facendo in modo che vengano riconosciuti gli sforzi di chi fa qualcosa a favore del clima tramite incentivi.

Secondo noi, attualmente, c’è ancora molto da fare se si vuole estendere il principio dell’economia circolare; la Svizzera dovrebbe rendere la sua economia più sostenibile perché non ha ancora raggiunto gli obiettivi prefissati riguardo al riutilizzare le risorse e ridurne il consumo, o perlomeno limitarlo.

L’economia circolare è un modello di produzione e consumo capace di utilizzare i prodotti e le risorse naturali al fine di allungarne il ciclo di vita e diminuire gli scarti. È un’ottima sostituzione all’economia lineare, poiché essa non è sostenibile per l’ambiente (si basa su un breve periodo di vita dei prodotti).

Vantaggi:

  • Riduzione delle emissioni del CO2
  • Ottimizzare il consumo di risorse valorizzando gli scarti
  • Prodotti innovativi e durevoli

Svantaggi:

  • Processo lungo
  • Processo costoso
  • Non è possibile riciclare all’infinito

Restituisci il bicchiere e ottieni denaro: il nuovo metodo di reciclaggio

  • Autori: Giuseppe, Mattia, Mimoza, Denis
  • Classe: 3F
  • Data: 10 marzo 2023

Oggigiorno il riciclaggio sta raggiungendo traguardi molto importanti. Secondo quanto riportato dalla piattaforma Sustainable Switzerland (www.sustainableswitzerland.ch) la start-up zurighese “Kooky” sta spingendo le persone a dire addio al bicchiere usa e getta.

Qual è lo scopo di questa start-up?

La città di Berna ha calcolato che i bicchieri usa e getta rappresentano un quarto dei rifiuti totali dei cestini pubblici, cosa che ha portato il General Manager Switzerland di Kooky, Matthias Huber, a dichiarare guerra a questo spreco lanciando questo meccanismo di ritiro di bicchieri usa e getta. Il principio è il seguente: il cliente acquista una bevanda da un partner di Kooky (al momento i partner con cui l’azienda collabora sono più di 60 tra cui Migros, Coop, FFS e UBS, solo per citarne alcuni) e questa viene servita in un bicchiere riciclabile fino a 500 volte e dotato di un codice QR, il cui prezzo di deposito ammonta a un franco. Dopo aver consumato la bevanda il cliente getta la “kooky cup” in uno dei box di riconsegna e ottiene il rimborso del deposito. I box vengono svuotati quotidianamente e i kooky cup vengono portati via da un operatore in bicicletta per poi essere puliti da un partner. Successivamente essi vengono riportati nei box iniziali (sempre viaggiando su due ruote) e sono pronti per un nuovo utilizzo.

In conclusione questo sistema, come afferma il Manager Huber, crea un notevole potenziale di riduzione dei rifiuti, dal momento che già dopo soli 15 impieghi un bicchiere riutilizzabile vanta un bilancio ecologico migliore rispetto ai tradizionali usa e getta.

​Incontro tra modelli economici e sostenibili

Nuovi modelli di business come questo offerto da Kooky sono esempi di come l’Internet of Things (IoT), ossia l’estensione agli oggetti reali della capacità  di elaborare e scambiare dati in rete, aiuti a realizzare idee commerciali e allo stesso tempo sostenibili. Lo dice anche Julien Halnaut, manager presso Swisscom, il quale afferma che ciò stravolgerà l’economia classica.

L’internet delle cose, oltre ad essere uno strumento di trasformazione digitale, è quindi anche un mezzo efficace per far fronte alle sfide della nostra epoca.

In ultima analisi l’IoT tiene conto della posizione di mercato delle imprese e quindi si sconsiglia di catapultare un’intera azienda nella nuova realtà, ma di iniziare passo per passo costruendo le fondamenta. In particolare bisogna porre le basi per creare valore aggiunto oppure ridurre i costi. Nel caso di Kooky si offre praticità al consumatore, ma al tempo stesso si riducono i costi e l’impatto ambientale.

​Come funziona la tecnologia Kooky?

Kooky per funzionare ha bisogno di una tecnologia affidabile per quanto riguarda la trasmissione dei dati e infatti si affida al LTE-M di Swisscom. Questo sistema consente di collegare alla rete i box Kooky, monitorare i livelli di carica delle batterie, la gestione dei bicchieri e i pagamenti dell’utente tramite app.

Kooky offre fattori quali l’affidabilità e la facilità d’uso e il caffè è solo l’inizio del viaggio, perché la società vuole estendere questo progetto anche al cibo e ad altre bevande.

Quali sono stati i risultati finora?

90’000 bicchieri riciclati, 1’350 kg in meno di CO2, quindi si sono ridotti il consumo di energia, la deforestazione, l’emissione di gas serra, la produzione di rifiuti e l’utilizzo di acqua.

Da 8 a 10 miliardi è un attimo, la soluzione? Le alghe

  • Autori: Giorgia, Alessia, Helena, Selina, Maryam
  • Classe: 3F
  • Data: 2 marzo 2023

Le coltivazioni di soia per il mangime dei nostri amici animali causano diversi problemi ambientali e sottraggono risorse al nutrimento dell’uomo. Produrre cibo dalle alghe potrebbe essere una soluzione? Secondo Sustainable Switzerland sembrerebbe proprio di sì.

Niente più cibo per noi

La produzione di soia sta causando un forte impatto negativo sull’ambiente poiché essa necessita di ampi terreni agricoli, ottenuti attraverso la deforestazione di diverse zone boschive, e di un massiccio uso di pesticidi.

La situazione potrebbe aggravarsi nella prospettiva che l’umanità arrivi a sfiorare i 10 miliardi di persone, in quanto non ci sarebbero sufficienti risorse per poter sfamare l’intero pianeta, portando quindi i contadini a dover disboscare ulteriori zone forestali.

​Menu per mucche a base di alghe

Molti non sono a conoscenza dei benefici che le alghe hanno nei confronti dell’ambiente, infatti non solo esse producono il 50% dell’ossigeno presente nell’atmosfera, ma assorbono anche enormi quantità di anidride carbonica, dannosa per il clima.

Inoltre, è stato provato dal Politecnico di Zurigo che l’introduzione del mangime a base di alghe non nuoce all’animale e non porta modifiche al latte e alla carne.

L’efficienza biologica della produzione di proteine delle alghe è almeno 10 volte superiore rispetto a quella della soia, perciò non necessita di alcun terreno arabile.

Luci e alghe

A differenza della Cina, la quale produce le alghe in grandi stagni (“Open Ponds”), in Svizzera si è pensato di fare in modo diverso: grazie ai fotobioreattori tubolari, che hanno le sembianze di sistemi solari termici, sarà possibile coltivare le alghe sui tetti delle aziende agricole, siccome esse necessitano solo della luce come fonte di energia.

Ciò potrebbe costituire un’importante svolta per la produzione di mangime per animali e magari, in futuro, anche di generi alimentari.

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